Potere al Popolo: Raccolta Firme per il Referendum
Cari compagni, care compagne,
Domani e sabato 16 giugno ci trovate al loggiato di Piazza San Michele dalle 10 alle 12 per contribuire alla raccolta firme per le tre leggi di iniziativa popolare che Potere al Popolo sta sostenendo:
1) Scuola della Costituzione (lip Scuola): la Legge di Iniziativa Popolare ha come riferimento la nostra Carta Costituzionale (artt 3, 9, 33 e 34 della Carta): la scuola deve essere plurale, laica, ed inclusiva, finalizzata alla valorizzazione della persona, alla rimozione degli ostacoli economici, sociali, culturali e di genere che limitano libertà e uguaglianza.
Si fonda sulla libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione quale principio imprescindibile di garanzia dell’interesse generale.
È democratica: garantisce la partecipazione al suo governo da parte di docenti, educatori, personale ausiliario, tecnico e amministrativo, genitori e studenti; rilancia ed amplia i poteri degli organi collegiali.
È sempre tesa al miglioramento della scuola pubblica, tramite l’obbligo per gli insegnanti alla formazione e all’aggiornamento ed una costante e trasparente autovalutazione delle scuole a partire dall’ascolto degli alunni e dei loro genitori e con il contributo di figure professionali esterne.
Risorse: è necessario il 6% del Pil, media europea e nulla di più per: l’obbligatorietà dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia e l’estensione dell’obbligo scolastico a 18 anni. Classi di 22 alunni, il ripristino del modulo e del tempo pieno nella scuola primaria e prolungato nella secondaria di primo grado; perché per fare una buona scuola, sono necessari necessario tempo ed attenzione verso ogni ragazza/o. Dotazioni organiche aggiuntive stabili e adeguate per il sostegno, l’integrazione, la lotta alla dispersione e al disagio.
La legge affronta la questione del precariato, con l’obbligo di assunzione a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti. Una scuola secondaria di secondo grado con un biennio unitario e un triennio di specializzazione che rimanda la scelta delle proprie attitudini a 16 anni (e non a 13 come accade oggi, disorientando le scelte) e che fino a quell’età offre a tutti i suoi cittadini l’opportunità di “assaggiare” tutti gli ingredienti necessari per una buona riuscita nella vita, che sa vedere oltre la necessità del mercato del lavoro, e antepone ad esso lo sviluppo delle capacità critiche di ogni individuo. E ancora: un piano straordinario di edilizia scolastica che metta in sicurezza le scuole esistenti e progetti nuove scuole: sicure, salubri, accoglienti, belle ed ecologiche.
2) Legge Elettorale Costituzionale: in presenza di tre o più poli, come accade oggi in Italia, solo un sistema elettorale di impianto proporzionale offre soluzioni istituzionalmente solide e non lesive della rappresentatività delle assemblee. Le leggi elettorali note come Porcellum e Italicum erano invece tese a garantire la governabilità dando nei seggi parlamentari un premio di maggioranza alla forza politica vincente, con una distorsione potenzialmente fortissima della rappresentatività. Lo stesso perverso effetto si verifica con la legge vigente per la quota del 36% di collegi uninominali maggioritari. Per questa ragione la proposta trasforma il collegio uninominale da maggioritario in proporzionale. In tal modo si rivitalizza il parlamento come espressione del paese reale e sede delle condizioni di una effettiva governabilità. Per la legge vigente, che impone un voto unico congiunto per un collegio uninominale e un collegio plurinominale proporzionale, le elettrici e gli elettori si troveranno a votare in blocco da tre a cinque candidati, tutti indicati dalle segreterie di partito. È palese la violazione del principio costituzionale della libertà di voto. La proposta invece disgiunge il voto tra il collegio uninominale e quello plurinominale, in cui si introduce altresì il voto di preferenza. Si consente in tal modo di votare individualmente tutti i propri rappresentanti, e di creare così anche le condizioni per una migliore qualità del ceto politico.
3) Abolizione del pareggio di bilancio in Costituzione (art. 81): Il Pareggio di Bilancio è una mannaia contro lo stato sociale ed i servizi pubblici poiché nel bilancio dello Stato ad ogni uscita deve assolutamente corrispondere una entrata, attraverso nuove tasse oppure eliminando voci di spesa in essere; quindi attraverso la cancellazione di investimenti per scuole, ospedali, strade nonché le risorse per i contratti pubblici o per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione.
Ricordiamo che il Senato ha ora l’obbligo di discutere le leggi di iniziativa popolare e procedere a delibera, perciò è importante arrivare alle 50.000 firme necessarie da raccogliere sul territorio nazionale.
Per maggiori informazioni: lipscuola.it; coordinamentodemocraziacostituzionale.it
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