Acqua e multiutiliy: fuori i profitti dai beni comuni!
Capannori Popolare dice no alla multiutility e alla privatizzazione dei beni comuni e dei servizi
Sabato 25 maggio alle 17 nella Sala del Consiglio Comunale del Comune di Capannori si terrà l’incontro “Acqua e Multiutility: fuori i profitti dai beni comuni”.
Alcune personalità della storia dei movimenti per l’acqua bene comune come Rossella Michelotti (Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua) e Rosanna Crocini (presidente dell’Associazione Acqua Bene Comune Pistoia e Valdinievole ODV) dialogheranno con la candidata sindaca Nicoletta Gini e con i candidati della lista Capannori Popolare Roberto Balatri e Giorgio De Girolamo. Insieme a loro saranno presenti Tommaso Panigada, esperto di gestione dei servizi idrici, Ciccio Auletta, consigliere comunale di Una città in comune (Pisa) e Susanna Rovai, consigliera comunale di Cerreto Guidi e dell’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa.
Di fronte al rischio dell’ingresso in Multiutility è necessario, ancora una volta, dire parole chiare. La nascita di Multiutility Toscana rappresenta la pietra tombale sul Referendum per l’acqua bene comune del 2011. Entrare in Multiutility significa, infatti, affidare i beni e i servizi indispensabili alla cittadinanza ad una struttura societaria che viene vantata come a “controllo pubblico”, ma che in realtà, vista la previsione di quotazione in borsa, non fa che svenderli alla massima redditività delle azioni.
A spingere per questo tipo di gestione sono principalmente gli apparati societari dei gestori di acqua e rifiuti. I politici diventano “imprenditori” e spesso ne diventano amministratori o dirigenti, mentre i privati si giovano della consociazione con il potere pubblico. È quello che è successo nella circoscrizione 3, con l’approvazione da parte di più di sessanta comuni delle province di Firenze, Prato e Pistoia con l’ulteriore allargamento a Siena.
Come sempre, in politica non contano le parole ma i fatti e i rapporti di forza: per il PD capannorese è infatti molto facile esporsi con una posizione di bandiera, mentre si assiste a una discussione interna che va avanti da mesi, con un gioco al rimpallo tra personalità come Nardella, Biffoni e Fossi, mentre l’ad di Multiutility Toscana continua a spingere per la quotazione. Molti comuni a guida PD hanno solo momentaneamente sospeso l’adesione alla Multiutility solo perché la sentenza della Corte dei Conti ha dichiarato l’illegittimità della scelta.
È necessario quindi porre un argine politico per evitare che vadano avanti. Dai territori intanto cresce la mobilitazione a difesa dei beni comuni e dei servizi. La mancanza di trasparenza sul processo Multiutility è una vergogna e un tradimento della democrazia che, nel giugno 2011, parlò chiaramente.
L’acqua è un bene comune, un diritto umano che non può essere a disposizione delle smanie di profitto
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