Fiat, ancora e sempre separato
Pubblicato il 9 mar 2013
di Antonio Sciotto
Nuovo accordo separato nel firmamento delle relazioni sindacali italiane, e anche quest’ultimo non è di poco peso: Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno siglato con la Fiat il rinnovo del contratto di gruppo, incassando un aumento di 40 euro lordi mensili per 13 mensilità. Sicuramente non una grossissima cifra, attaccata soprattutto dalla Fiom, che critica l’intero impianto dell’intesa sottoscritta ieri.
Ecco dunque l’accordo: gli 86 mila dipendenti del gruppo guidato da Sergio Marchionne e presieduto da John Elkann, avranno un aumento in paga base di 40 euro lordi mensili, a decorrere dall’1 febbraio 2013. Il premio di produttività, o meglio l’«incentivo per la produttività» (a sottolineare che non viene dato comunque e a posteriori, ma solo se si è stati effettivamente presenti in fabbrica a produrre) è di 120,27 euro lordi mensili, su 12 mensilità e a partire dal prossimo aprile (il vecchio premio di produzione, che andava a tutti – con l’eccezione dei cassintegrati, che avevano l’anno scorso ricevuto solo un «conguaglio» una tantum di 600 euro) era di 130,37 euro lordi mensili per 13 mensilità.
Si tratta di una sorta di «contratto-ponte», valido solo per il 2013: per il 2014 e per il 2015 se ne riparlerà tra giugno e luglio, dati finanziari alla mano.
«Mi pare un accordo peggiorativo rispetto a quello che avevano fatto un anno fa», ha commentato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. «Ai lavoratori in cassa integrazione – continua il leader dei metalmeccanici Cgil – non viene dato nessun aumento, e in un’azienda dove nel 2012 sono stati fatti 52 milioni di ore di cig questo vuol dire non tutelare in realtà il reddito, ma abbassarlo».
«Il famoso premio di competitività già c’era – ha notato Landini – Ma quanto veniva già dato come anticipo, ora viene trasformato in un salario variabile, legato addirittura alla presenza. Quando uno si ammala o è assente non percepirà parte di questi soldi». Secondo il segretario Fiom, «l’unico miglioramento consiste nell’aver reintrodotto la tutela della maternità e degli infortuni: e si è segnato grazie alla lotta e alle denunce che le lavoratici della Fiom hanno fatto».
«Trovo singolare – ha concluso Landini – che mentre ai dirigenti e all’amministratore delegato vengono dati aumenti di 9 milioni di euro, siamo di fronte al fatto che ai lavoratori Fiat si toglie anche quella integrazione che esisteva sulla cig, e quindi si abbassa lo stipendio. Alla Volkswagen, al contrario, hanno abbassato gli emolumenti dei dirigenti, e hanno dato 7.200 euro di aumento all’anno ai lavoratori».
Positivo il commento di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl: «Sono convinto – ha spiegato – che i lavoratori della Fiat apprezzeranno gli sforzi che la Fim Cisl e gli altri sindacati hanno fatto per trovare un’intesa per il nuovo contratto in un momento in cui tutte le case automobilistiche europeee licenziano e chiudono gli stabilimenti. Grazie al nostro contributo, questo non sta avvenendo in Italia, nonostante la crisi evidente del mercato dell’auto». Secondo Bonanni «il nuovo contratto Fiat dà maggiori tutele e garanzie economiche ai lavoratori ma nello stesso tempo mette la Fiat nella condizione di continuare a investire in Italia. Bisogna favorire gli investimenti nel nostro paese e non fare scappare le imprese con atteggiamenti antagonistici».
Va notato in ultimo che ieri pomeriggio, subito dopo la firma del contratto, il titolo Fiat ha cominciato a salire vertiginosamente in borsa, fino a essere sospeso per eccesso di rialzo: il titolo poco prima delle 15 era salito fino al 5,25%, a 4,33 euro, segnando un rialzo teorico del 7%, tra scambi fiume per 11,6 milioni di euro, pari a quanto passato di mano nell’intera seduta del giorno prima. Dopo circa una mezz’ora, alle 15,25, il titolo è stato riammesso alle contrattazioni, segnando un +7,39% a 4,48 euro.
ANTONIO SCIOTTO
da il manifesto
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