Rifondazione aderisce al Presidio per fermare l’Assedio a Gaza
Rifondazione comunista aderisce al presidio organizzato da CGIL, Anpi, Arci e Associazione Italia-Cuba che si terrà domani 21 maggio in Piazza Napoleone a partire dalle ore 17 per far cessare il fuoco in Palestina e fermare l’assedio a Gaza.
La repressione, i lanci di missili, le rappresaglie ed i raid aerei che si stanno susseguendo tra Israele e territori palestinesi, con le conseguenti perdite di vite umane soprattutto tra la popolazione civile, mostrano drammaticamente ancora una volta che c’è solo un modo per mettere fine all’escalation delle violenze: riconoscere – come da anni sostiene la Santa Sede – al popolo palestinese il suo Stato e, di conseguenza, tutelarne il territorio e il diritto all’autodeterminazione eleggendo i propri rappresentanti politici.
Il governo israeliano continua, invece, ad utilizzare ogni mezzo, compreso l’intervento militare, per la repressione nei confronti del popolo palestinese di cui da anni lo Stato di Israele sta occupando i territori, in violazione del diritto internazionale e nei cui confronti sta attuando politiche di apartheid che rasentano la “pulizia etnica”. Come sottolineato da diversi esponenti dell’ebraismo non sionista (da Ilan Pappe ai “rabbini contro l’occupazione, dagli obiettori di coscienza a Moni Ovadia), non esiste alcun “diritto divino” perché insediamenti ebraici occupino territori. Così come non esiste nessun diritto di proprietà israeliano su Gerusalemme Est, con la sfacciata pulizia etnica degli abitanti palestinesi. Lo sa bene la parte migliore della società israeliana, che con coraggio prova a alzare la voce contro questa ennesima strage.
Come sancito dall’ONU, bisogna applicare il diritto internazionale e la pace deve basarsi sulle frontiere internazionali del 1967. Ma non ci sarà mai pace senza giustizia, e senza un vero appoggio internazionale al popolo palestinese e alle sue legittime rivendicazioni.
Il nostro Paese, se non vuole continuare ad essere complice delle violenze e della sopraffazione da parte di Israele nei confronti del popolo palestinese, deve anzitutto mettere in pratica il principio sancito dalla nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Principio ribadito nella legge n. 185 del 9 luglio 1990 che vieta esplicitamente l’esportazione di sistemi militari “verso i Paesi la cui politica contrasti con i princìpi dell’articolo 11 della Costituzione” e “verso i Paesi in stato di conflitto armato”.
Per questo chiediamo al governo italiano di sospendere immediatamente tutte forniture di armamenti a Israele e di revocare tutte le licenze per armi in corso. Di farsi, quindi, promotore di una simile istanza presso i governi dei Paesi dell’Unione europea.
Come Rifondazione sosteniamo il ritiro dai territori occupati, il blocco immediato della demolizioni di case palestinesi e degli insediamenti dei coloni, la fine della pulizia etnica. Siamo per boicottare il regime d’apartheid israeliano, interrompere ogni accordo militare con lo Stato d’Israele, applicare le risoluzioni ONU.
Per il diritto all’autodeterminazione, per il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Rimandiamo al mittente le probabili e trite accuse di anti-semitismo, che abbiamo sempre condannato senza mezzi termini. In Italia storicamente gli anti-semiti hanno nome e cognome, a partire dalla destra con chiare radici fasciste, accolta a braccia aperte da settori della comunità ebraica, in particolare a Roma.
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