Rifondazione Comunista sostiene LO SCIOPERO GLOBALE PER IL CLIMA
Venerdì 24 settembre sarà di nuovo Sciopero Globale per il Clima ed in tutte le città di Italia ci saranno mobilitazioni.
È necessaria la nostra partecipazione per affrontare la problematica del cambiamento climatico nell’ottica anticapitalista ed evitare che diventi un green washing di comodo sia per le aziende che per alcune forze politiche.
Ancora di più in un momento in cui il ministro alla finzione ecologica, Cingolani, ed il governo tutto usano la transizione ecologica come scusa per alzare i costi delle bollette per le forniture essenziali.
Inoltre quest’anno, in autunno, si terrà la Cop 26, la conferenza mondiale a cui ogni Stato dovrà portare i propri impegni per la riduzione delle emissioni e per la risoluzione della crisi climatica.
Un evento che ha l’ambizione di progettare un piano per salvaguardare il pianeta, scongiurare l’emergenza climatica, salvare ecosistemi e persone. Tuttavia la conferenza ci appare più come il tentativo di inglobare la lotta delle e degli ambientalistə e studentessə in una pantomima che servirà solo a migliorare l’immagine mediatica dei capi di Stato, delegittimare e assuefarla la lotta, sterilizzarla in modo che chi inquina, devasta possa continuare a farlo arricchendosi. Non ci stupisce infatti che tra gli sponsor della cop26 ci sia Unilever, una delle multinazionali dell’alimentare che è complice di sfruttamento del lavoro nelle piantagioni di zucchero, di deforestazioni e di altri squilibri sociali ed ambientali.
Per questo noi saremo nelle piazze e nelle strade per ribadire che il pianeta può essere salvato dalla devastazione ambientale solo se il sistema venga ribaltato. Per essere ancora più chiari e chiare non ci accontentiamo di vedere degli attivisti all’interno di una conferenza sul clima, vogliamo vedere cambiamenti reali. Il pianeta va verso la catastrofe e noi faremo qualsiasi cosa possibile per salvarlo.
Guardando alla Cop 26 lo sciopero di quest’anno sarà più intersezionale che mai, perché siamo unitə nella nostra lotta per la giustizia climatica, ma dobbiamo riconoscere che non tuttə ne subiamo le stesse conseguenze, né per tipo né per gravità.
La crisi climatica non è una crisi isolata.
Tensioni socio-economiche come il razzismo, il sessismo, l’abilismo, le disparità sociali ed economiche, sono tutti fenomeni che amplificano gli impatti della crisi climatica e che, viceversa, saranno amplificati da essa.
I MAPA (Most Affected People and Areas, le persone e le aree più colpite) stanno già vivendo le conseguenze peggiori della crisi climatica senza possibilità di adattamento. Questo a causa di élite privilegiate del Nord globale, che hanno distrutto le terre dei MAPA attraverso il colonialismo, l’imperialismo e il capitalismo più aggressivo.
Come per la pandemia da Covid-19 e in tutte le grandi crisi della storia, i paesi sovrasfruttati e le persone emarginate vengono sistematicamente abbandonate a loro stesse. Per questo la protesta sarà al fianco dei MAPA che già da tempo lottano contro varie forme di sfruttamento e oppressione perpetrate da secoli contro di loro e le loro terre, come le comunità indigene, ultimo baluardo della difesa della foresta amazzonica.
L’ultimo rapporto IPCC del 9 agosto 2021ha confermato che l’enorme intensificarsi di eventi climatici estremi è strettamente legato alla crisi attuale. Quest’estate abbiamo potuto osservare con i nostri occhi i danni che gli eventi estremi causano in tutto il mondo: in Canada, in Germania, in Cina, ma anche in Sardegna e in Sicilia. È necessario scendere in massa per le strade per supportare chi lavora e chi difende l’ambiente e chiedereil risarcimento delle aggressioni capitalistiche subite nei secoli dai MAPA; l’abbattimento drastico delle emissioni nei paesi del Nord globale; l’accesso ai vaccini e alle cure per tuttə; la cancellazione del debito e dei sussidi ambientalmente dannosi; diritto all’occupazione fuori dal ricatto ambiente-lavoro; giustizia climatica e giustizia sociale.
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