Aggressione fascista a Lucca
Mi chiamo Stefano Benassi, ho 34 anni, sono di Castelnovo ne’ Monti, provincia di Reggio Emilia, ma vivo a Lucca dal dicembre 2011 e vi scrivo dal quarto piano del reparto neurologia dell’Ospedale Campo di Marte, dove sono ricoverato da sabato mattina in prognosi riservata.
Scrivo questa lettera perché voglio raccontarvi quello che mi è successo nella notte tra venerdì e sabato in un locale dell’immediata periferia della città. Poco prima dell’una nella notte tra venerdì e sabato, in compagnia di alcuni amici, mi sono recato all’Ottavo Nano per chiudere la serata. Il locale era particolarmente affollato. Una volta arrivato alla mia ordinazione mi accorgo dell’arrivo di Andrea Palmeri, già noto alle forze dell’ordine, che entrava nel locale con parecchia foga spostando chiunque fosse sul suo cammino, creandosi un varco tra gli avventori per arrivare ad avere a che fare direttamente con me. Vista la quantità di persone presenti intorno al bancone non è riuscito ad arrivare davanti al sottoscritto, ma si è dovuto fermare a due persone di distanza. Ha iniziato a guardarmi e a gridarmi “Reggio Emilia Reggio Emilia, viva il Duce” facendo il saluto romano. In tutto questo continuava a dirmi “qui mi vogliono tutti male perché sono fascista”. A quel punto gli ho risposto di non avere alcun tipo di problema con lui visto che stavo concludendo la mia serata con amici e il mio unico interesse era quello di stare tranquillo e di divertirmi. Di contro mi ha risposto: “se te non hai problemi, te li creo io”. E mentre mi diceva questo ha estratto un coltello dalla tasca e me lo ha puntato alla gola davanti ai presenti. A questo punto è intervenuto un dipendente dello staff del locale che ha tentato di fermare quello che stava accadendo in maniera alquanto blanda, visto che, invece di disarmare il mio aggressore, chiamare le forze dell’ordine e allontanarlo dal locale, semplicemente gli ha preso la mano dove teneva il coltello e lo ha invitato a rimetterla in tasca. Nel vedere questa scena, pensando alla probabile violazione dell’incolumità di coloro che erano presenti nel locale, decido di uscire dal locale, invitando i miei amici a non seguirmi e a starmi il più lontano possibile. Una volta all’esterno del locale, oltrepassati i gruppi di persone, sono arrivato in strada per prendere una boccata d’aria, dando le spalle al locale. Un attimo dopo mi sono sentito picchiettare sulla spalla, ingenuamente mi sono girato per vedere chi fosse e mi sono trovato il Palmeri davanti che mi ha sferrato un pugno, con un probabile tirapugni o comunque con un qualche oggetto atto ad offendere, nell’occhio sinistro con una violenza inaudita, provocandomi un dolore difficile da descrivere. Sono riuscito a restare in piedi davanti al mio aggressore con la faccia insanguinata e mi tenevo l’occhio con una mano. Lui mi è rimasto davanti e io gli ho chiesto come mai mi avesse colpito e gli ho detto se volesse continuare a picchiarmi o tirarmi una coltellata visto che non ero accasciato a terra. Nel frattempo alcuni ragazzi che mi conoscono e che si trovavano all’interno del locale e avevano visto la scena del coltello hanno chiamato la polizia che è arrivata dopo una ventina di minuti. Ho cercato di parlare col mio aggressore non ottenendo alcuna risposta e, appena la polizia è arrivata, lui si è dileguato. La polizia mi ha detto di andare in questura il giorno dopo per fare la denuncia. Ancora non ho potuto fare di persona la denuncia visto che sono ricoverato da sabato mattina e mi trovo tuttora in prognosi riservata. Il referto completo non è ancora stato scritto, tuttavia mercoledì dovrò essere operato per ricostruire lo zigomo sinistro, ma prima di procedere con l’operazione devo aspettare che venga riassorbito il versamento di sangue al cervello.
Mi sono deciso a scrivere perché le aggressioni vanno denunciate; perché è opportuno che tutti e tutte sappiano cosa può accadere a Lucca se hai la barba lunga, indossi vestiti ritenuti sbagliati da certe persone che portano avanti idee fasciste e razziste e hai la “sfortuna” di trovarti un venerdì sera nello stesso posto di questi individui. E poi perché credo che sia opportuno ristabilire un certo grado di attenzione su questi fatti, proprio per arginare la latente impunità/omertà di cui godono queste persone.
Lucca, Ospedale Campo di Marte 10/03/13
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