No all’Autonomia Differenziata
Il 18 dicembre anche a Lucca, come in altre 25 città, abbiamo manifestato davanti alla prefettura per lo stralcio dalla Legge di bilancio del DDL di applicazione dell’autonomia differenziata. In quell’occasione una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto, al quale i presenti hanno potuto manifestare tutti i problemi che tale approvazione avrebbe comportato. Contemporaneamente a Roma si svolgeva il presidio davanti al Parlamento, con diversi parlamentari che uscivano dall’Aula per discutere con i promotori della mobilitazione.
È da queste e questi parlamentari che si è appreso che il DDL sull’Autonomia differenziata è stato stralciato dalla Legge di bilancio, notizia confermata nei giorni successivi.
Si tratta di un primo successo importante.
Questo risultato è prima di tutto il frutto della mobilitazione di questi anni e in particolare degli ultimi mesi, che ci ha visto ad ottobre lanciare per primi l’allarme sulla Legge di bilancio e poi, insieme alla Rete dei Numeri Pari, promuovere una Lettera Aperta ai parlamentari nonché la mobilitazione stessa.
È altresì innegabile che questo risultato è legato ad un altro fatto: la crisi del Covid-19 ha portato alla luce il fallimento della prima regionalizzazione (“riforma” del Titolo V). Lo scontro istituzionale tra Stato e Regioni (frutto appunto di una regionalizzazione che è già andata sin troppo avanti), ha fatto riflettere molti sulla assurdità che si potesse anche solo pensare di fare un nuovo passo nella direzione che ha già prodotto danni tanto grandi.
Ma il pericolo non è scongiurato.
Innanzitutto perché l’Autonomia differenziata viene richiesta a gran voce da diverse Regioni (al Veneto, alla Lombardia e all’Emilia-Romagna si sono aggiunti il Piemonte e il Friuli-Venezia-Giulia); in secondo luogo perché il governo non ha abbandonato il progetto di una Legge quadro che ne permetterebbe il varo; infine, perché l’opposizione spinge per accelerare in questo senso.
Noi lo diciamo chiaramente: un solo passo in più su questa strada può avere conseguenze pericolosissime e aprire scenari inquietanti.
Oggi, con la crisi sanitaria, economica e sociale che stiamo vivendo, sarebbe da irresponsabili lasciare spazio a nuovi poteri alle Regioni, su 23 materie che coinvolgono la dimensione economica, legislativa e sociale del Paese e che arrivano a delineare rapporti diretti tra le Regioni stesse e l’Unione Europea
Per questo è necessario mettere uno stop definitivo a questa prospettiva, innanzitutto con il ritiro di qualunque ipotesi di Legge quadro o di DDL applicativo del comma 3° dell’articolo 116 della Costituzione e quindi con l’abrogazione di questo stesso comma.
Il Covid, nella sua tragicità, sta aprendo gli occhi di tutti sul valore della sanità pubblica, dei diritti uguali per tutti, dei danni delle privatizzazioni che non avrebbero più limiti con l’Autonomia differenziata.
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