Ultimo minuto:perchè salta la partecipazione al voto online per lo Statuto di Potere al Popolo

Care/i compagne/i,
Vi preghiamo di dare la massima diffusione al documento che abbiamo sottoscritto con gli altri firmatari dello statuto2 di Potere al popolo. Invitiamo compagne e compagni a non partecipare al voto on line. La democrazia per noi è una cosa seria. È una scelta dolorosa ma indispensabile perché noi che abbiamo contribuito in maniera determinante alla nascita di Potere al popolo non possiamo accettare la mancanza di rispetto per le più elementari regole di correttezza.
NON PARTECIPIAMO AL VOTO e chiediamo a altre/i di fare altrettanto.

Il segretario nazionale
Maurizio Acerbo

Di seguito altri due contributi sull’argomento fonte: www.rifondazione.it

Marina Boscaino, Maurizio Acerbo,  Enzo Di Salvatore, Paolo Ferrero, Roberto Morea, Roberto Musacchio, Vincenzo Riccio, Ivan Cazzaniga (Milano), Francesco Campolongo (Cosenza), Dino Greco (Brescia), Pino Rando (Genova).

Ogni limite ha una pazienza”

PERCHE’ RITIRIAMO LO STATUTO E NON PARTECIPIAMO AL VOTO 
Oggi è stata rifiutata la pubblicazione sul sito del testo di presentazione dello “Statuto per tutte e tutti”, creando una evidente e inaccettabile condizione di disparità tra i due statuti di fronte alle/agli aderenti: il primo statuto aveva da tempo pubblicato la sua, abusando ancora una volta del monopolio sulla gestione di sito e pagine social. Inoltre sul sito vi è una ricostruzione falsa del coordinamento di lunedì scorso, che attribuisce a noi – che abbiamo sempre chiesto di poter votare su un solo statuto emendabile – la responsabilità di andare al voto su due statuti contrapposti. E’ davvero troppo.
In qualità di firmatari/e del secondo statuto, pertanto, comunichiamo la nostra decisione di ritirarlo e di non partecipare a una consultazione on line per la quale mancano i requisiti minimi di agibilità democratica. Non bastava aver imposta una votazione assurda su statuti contrapposti, rifiutando di far esprimere le/gli aderenti sulla modalità di voto, come noi avevamo proposto. Non bastava aver rifiutato un breve differimento della data del voto; si procede senza tenere conto che migliaia  di persone non riescono ancora a padroneggiare la piattaforma, alcune nemmeno  ad entrarci, e che non si conoscono  le regole che presidierebbero alla definizione del risultato del voto.
La pazienza unitaria ha un limite. Di fronte a queste scelte non possiamo che prendere atto che non vi sono le condizioni per una consultazione informata, seria, autenticamente democratica. Invitiamo le compagne e i compagni di quella che si è configurata come la “maggioranza” del coordinamento a rinviare la consultazione on line e a concordare una convocazione del coordinamento stesso per ristabilire un quadro di regole condivise. Invitiamo le compagne e i compagni che come noi si riconoscono nel Manifesto fondativo di Potere al popolo! a non partecipare alla votazione che inizia domani.

Diserto, disobbedisco, amo

di Eleonora Forenza

Che ne sarà di Potere al popolo?

Lo portavamo scritto anche sulle magliette, quando andavamo in piazza (eh sì, lo facevamo persino prima dell’Avvento degli Entusiasti).
Disertare uno scontro militarizzato può essere un atto d’amore verso un progetto che è nato col fine di ricostruire il blocco sociale e di unire le lotte.
E penso che nelle condizioni date oggi – militarizzazione, mancanza di una condizione paritaria fra le due bozze a poche ore dal voto, assenza di regole democratiche condivise – le firmatarie e i firmatari dello Statuto di tutte e tutti abbiano fatto la scelta giustaritirando la bozza e chiedendo di ripristinare un minimo di democrazia. Penso anche io che non ci siano le condizioni per votare domani.

Alcuni giorni fa, avevo promosso con altre e altri, un appello a “non distruggere l’opera nostra”, a non praticare la follia di una conta tra statuti contrapposti.
Il documento era accompagnato da una citazione da Cassandra di C. Wolf. Ma che la militarizzazione dello scontro rischiasse di essere distruttiva era davvero una facile profezia… E infatti…

Dovevamo fare tutto al contrario, e invece abbiamo fatto tutto come sempre, anzi un po’ peggio.
Non avevo sottoscritto nessuna delle due proposte di Statuto in primo luogo per coerenza rispetto all’appello “no conta” che avevo promosso. E anche per sottrarmi alla follia che due statuti avessero dei firmatari, come fossero documenti congressuali sulla linea politica, e non regole da darsi unitariamente per decidere come discutere della linea politica. Una follia, anzi, l’ennesima forzatura.
La sottrazione dalla logica della conta non si sarebbe tradotta, per me, in una astensione. Avrei votato per lo statuto di tutte e tutti, e lo avrei dichiarato, a titolo personale, pubblicamente, anche se non è lo statuto che avrei scritto io. Avrei votato per “il secondo statuto” perchè ha recepito delle modifiche per me significative(soprattuto nel preambolo), per la disponibilità ad accogliere degli emendamenti (che non si sarebbero potuti votare sulla piattaforma in presenza di statuti contrapposti!: perchè Liquid Feedback non è fatto per la conta ma per la ricerca del consenso!), perchè mi sembrava quello che meglio rappresentava la connessione fra forme molteplici dell’agire politico in un lavoro di riconnessione fra politico e sociale; perchè sono contraria a fare di Pap un partito, come di fatto è nel primo Statuto.
Ma, come era prevedibile, e infatti lo avevamo previsto, la volontà dello scontro a tutti i costi ha finito per annullare la possibilità di un confronto democratico e paritario.
Riepilogo allora brevemente i fatti salienti delle ultime settimane:
Forzatura 1: La maggioranza del coordinamento riunita a Grosseto decide che se si fossero presentati più di due emendamenti si sarebbe dovuti andare a statuti contrapposti. La posizione di arrivare alla conta fra due statuti viene mantenuta da Ex opg e Eurostop anche nell’ultimo coordinamento.
Forzatura 2: presento degli emendamenti alla prima bozza di statuto. MI vengono rigettati in blocco, senza motivazione di merito, attraverso una telefonata dell’estensore riferitami da altra persona nel corso della riunione.
Forzatura 3: Nell’ultimo coordinamento accade che la maggioranza del coordinamento rifiuta di spostare il voto di una settimana, proposto per dare la possibilità a tutti/e di accedere alla piattaforma e capire come funzionasse; insiste sugli statuti contrapposti; si rifiuta di andare a consultazione sulla modalità di votazione.
Si blocca perfino la pubblicazione del report del coordinamento, pubblicando invece un comunicato di resoconto senza avvisare nessuno.
Forzatura 4: si nega a chi ha presentato il secondo statuto di pubblicare una presentazione dello stesso. e lo si fa con obiezioni di merito provenienti da compagne e compagni del primo.
Potrei dilungarmi, ancora, ma non avrebbe senso. Se ho esplicitato quanto accaduto è perchè in tante e tanti me lo stanno chiedendo.
E dopo aver elencato i fatti, esprimo una opinione. La forzatura di oggi è figlia di una assurdità che più volte ho sottolineato: il rifiuto da parte di Ex opg di condividere la proprietà e gli accessi dei mezzi di comunicazione (sito e social). Per cui nel pieno di un confronto che doveva essere democratico, qualcuno poteva pubblicare ciò che voleva, gli altri dovevano chiedere il permesso.
Insomma, le solite miserie della sinistra. Solo che a compierle sono quelli che volevano fare tutto al contrario e che vogliono dare potere al popolo.
Allora provo a fare io una cosa che di solito (con delle eccezioni) a sinistra non si fa. Io ho delle responsabilità in quanto accaduto e me le assumo. HO la responsabilità di aver creduto creduto e lavorato tanto per questo progetto fin dall’inizio, di aver spinto le compagne e i compagni del Prc a investirci passione e militanza. E di essermi comportata un po’ come quando in una coppia pensi che basti che sia tu ad amare perchè le cose possano andare avanti, anche se non sei ricambiato. Errore.
Quello che è accaduto è il reiterarsi di una pura logica di potere, in cui ciò che non si poteva annettere andava emarginato o trasformato in “chi non tiene veramente al progetto”, con la istituzione dello psicoreato di mancanza di entusiasmo al primo segno di dissidenza.
Una intera comunità politica – rifondazione comunista – è stata usata come un piedistallo su cui salire per acquisire visibilità; come ciuccio da fatica per raccogliere le firme, che altrimenti non ci si poteva presentare alle elezioni. Per poi trasformarla dopo il 4 marzo nel “nemico interno”, nella zavorra della “vecchia politica”, nella cricca di quelli che fanno i giochetti e pensano solo alle elezioni.
E lo dice una che nel suo partito è in minoranza, che pensa che la scelta del IV polo sia sbagliata, e che non ha risparmiato e non risparmia critiche da fare alla linea e alla gestione del Prc. Ma, appunto, sulla linea si discute. Altra cosa è se la discussione viene impedita da forzature continue.
Dunque è finita Pap? Io spero di no. Perchè il progetto politico va oltre i suoi “gruppi dirigenti” o autodistruggenti. Perchè ci sono tante e tanti che non provengono da nessuna delle organizzazioni provenienti in Pap che hanno diritto di decidere. Perchè penso che l’idea di lavorare a costruire l’unità delle lotte e del blocco sociale sia la strada giusta, dopo anni di inseguimenti sbagliati e fallimentari dell’unità della sinistra. Perchè questi tempi neri ci devono far sentire responsabili più che mai verso una possibilità di trasformazione.
Ma è evidente che per andare avanti bisogna ripristinare delle condizioni minime di democrazia e di riconoscimento reciproco (tutti riconosciamo l’importanza del lavoro di Ex opg, che però a quanto pare non è disponibile a fare altrettanto).
Mi auguro che si riconvochi il coordinamento, che lo si svolga in streaming, che si decida un regolamento per le votazioni, si condividano gli accessi a sito e social, si provi a lavorare su uno statuto unitario, che si voti la prossima settimana, mantenendo la data della assemblea.
Le compagne e i compagni di Opg e Eurostop hanno due possibilità: provare a ripartire insieme, alla pari, o cantare vittoria, dire che senza la zavorra di rifo ora Pap vola, ecc.
Io mi auguro che scelgano la prima. Perchè altrimenti sarebbe una occasione persa. Di sicuro, per me, un fallimento.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.